La Casa dei Bambini
Proposta per una struttura per prevenire la malnutrizione a Baghere, Senegal
vito distante + costanza bigi e stefano cartesio _ design
concorso _ status
Baghere, Senegal _ luogo
Kaira Looro + Balouo Salo + Asele Institute + ELASA _ cliente
2022 _ anno
costanza bigi e stefano cartesio _ rendering
Che cos’è una casa per bambini per la cura e la prevenzione della malnutrizione?
Come affrontare il tema di un edificio con un programma nobile ma in un contesto povero?
L’approccio al progetto è partito principalmente da due punti:
– la volontà di dare all’edificio un carattere di apertura verso il villaggio;
– la volontà di rendere l’edificio riconoscibile senza eccessi ma solo attraverso il suo carattere.
Dalla prima considerazione deriva un impianto planimetrico in tre blocchi disposti con una rotazione di 120° gradi l’uno dall’altro lungo i raggi di un’ipotetica circonferenza. Questa disposizione, adattandosi al lotto d’angolo, annulla il concetto tradizionale di facciata e ingresso principali e si apre verso l’intorno accogliendo i fruitori che possono fluire liberamente tra i tre padiglioni.
Il punto focale dell’edificio è il centro dove convergono i blocchi e che ricorda un focolare con le sedute raccolte intorno ad uno spazio comune.
L’immagine dell’edificio è data dalla forma del tetto dei padiglioni [butterfly roof] che permette anche aerazione trasversale per smaltire il calore, dalle finestre tonde che danno un’impronta forte ai prospetti e dai tessuti stesi tra un blocco e l’altro.
La scelta di tendere le stoffe tradizionali senegalesi negli spazi tra gli edifici è stata dettata dalla volontà di rendere omaggio alla Paese che ospita il progetto e per ombreggiare, in maniera colorata e differente, gli spazi esterni ai blocchi e per mitigare la luce solare all’interno degli edifici. Dal punto di vista del bambino, invece, abbiamo cercato di creare uno spazio di gioco all’esterno che risultasse sempre diverso a seconda delle ore del giorno e del decoro dei tessuti. Tutto questo contribuisce anche a mutare l’aspetto dei padiglioni, i cui prospetti saranno investiti di ombre sempre diverse durante il giorno.
L’impostazione planimetrica dei singoli blocchi è molto semplice: tutto il progetto è basato su una griglia 5 metri x 5 metri e anche la distribuzione dei blocchi per le visite si basano su un modulo di due stanze doppie con il bagno centrale.
Il blocco per l’amministrazione è diviso in due parti: una per l’ufficio vero e proprio l’altra per le riunioni e la formazione. L’ingresso è centrale e le due parti sono divise da un disimpegno definito da tende e arredi.
Un blocco per le visite ha anche il deposito per gli integratori mentre l’altro, più grande, lo spazio gioco al coperto.
Il tetto butterfly convoglia l’acqua verso tre cisterne per un eventuale riutilizzo.
Per i padiglioni è stata scelta una struttura portante in rammed earth mentre il tetto ha struttura di rosewood e copertura in lamiera.
Il velarium, invece, è formato da tessuti tradizionali tesi tra pali in bambù infissi nel terreno.
La scelta dei muri in rammed earth è stata fatta per utilizzare il più possibile risorse locali e per isolare termicamente l’edificio grazie alla massa del muro. Il tetto a butterfly, garantendo l’aerazione trasversale, contribuisce a disperdere l’aria calda e consumata dagli ambienti interni.
Il processo di costruzione dell’edificio è quello tipico degli edifici in rammed earth: dopo aver realizzato le fondazioni in pietra si procede ad elevare il muro per layer di massimo 40 cm di altezza e procedendo prima in senso orario e poi in senso antiorario in maniera alternata.
Prima della costruzione della struttura del tetto si posiziona lungo il perimetro una tavola di rosewood per il distribuire uniformemente il peso del tetto sui muri.
Il tetto è composto da una struttura di travi di rosewood, da un tavolato di rosewood e da lamiera grecata. L’acqua è convogliata al centro del tetto in un pluviale di metallo.