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Riflessi

Proposta per il nuovo Tempio SOCREM nel Cimitero Monumentale, Pavia

vito distante _ design
concorso _ status
Pavia _ luogo
SOCREM Pavia _ cliente
2015 _ anno
sandro ghezzani | fallenblack _ rendering

Il nuovo Tempio SOCREM si presenta come un parallelepipedo compatto che si schiude sul fronte meridionale indicando l’ingresso con il cambio di geometria e di materiali.
Il rivestimento metallico in alluminio riflettente smaterializza l’edificio, alto cinque metri, e lo confonde con l’esistente in un gioco di rimandi continui tra naturale ed artificiale.
La scelta di questo materiale è dettata dalla volontà di raggiungere la mimesi e l’armonia con il contesto senza, per questo motivo, provare ad imitarlo.
Il rivestimento riflettente, inoltre, fa sì che il nuovo Tempio viva della dicotomia tra presenza e assenza, traducendo in architettura le sensazioni dei suoi fruitori.
Il linguaggio cambia nell’angolo sud-orientale dell’edificio in corrispondenza dell’incrocio tra i percorsi cimiteriali e dell’ingresso al Tempio: il muro metallico si interrompe e si piega, il fronte meridionale, più materico, curva anticipando l’interno, ed entrambi concorrono a formare una profonda loggia d’ingresso. Il cielino fortemente strombato è rivestito di metallo dorato così come il portone e rimanda ad una simbologia ricorrente nell’ambito religioso: l’oro è la luce, l’eternità e la gloria celeste.
Dopo aver passato l’ambiente d’ingresso, più basso, e percorso il corridoio, lo spazio si dilata e la geometria del Tempio si fa più chiara: un’unica sala circolare illuminata dalla grande vetrata affacciata sulla corte con le cellette organizzate secondo uno schema a pettine.
Quadrato e cerchio, due figure simboliche e quasi agli antipodi: il quadrato legato al mondo terreno ed il cerchio a quello celeste. Ed è infatti il cerchio che racchiude, come in un abbraccio, le urne cinerarie.
Gli altri tre spazi ai vertici del quadrato accolgono i collegamenti verticali (l’ascensore in corrispondenza dell’ingresso e la scala dalla parte opposta) e gli ambienti di servizio.
La sala è alta 3,80 metri e le cellette sono organizzate in otto file.
La luce naturale, oltre ad inondare la sala dalla corte, illumina i corridoi attraverso lucernari circolari.
Lo spazio tra le cellette e la corte, in entrambi i piani, è pensato come spazio di sosta e di riflessione.
Planimetricamente il piano interrato ha la stessa organizzazione del piano terreno, l’unica differenza è che, mancando l’ingresso, il volume circolare è ancora più evidente.
Dal piano interrato si può accedere anche al giardino interno.
I colori dell’interno sono chiari e neutri: i piani orizzontali sono grigi mentre i piani verticali bianchi. Il pavimento è pensato in lastre quadrate di marmo grigio (tipo Bardiglio imperiale) di 60 cm di lato mentre il controsoffitto verniciato grigio RAL 9022.
I muri sono intonacati e verniciati di bianco mentre le lapidi delle cellette sono in marmo bianco.
Ad enfatizzare la distinzione tra superfici orizzontali e superfici verticali una stretta gola gira intorno al controsoffitto staccandolo dalle pareti, ed il battiscopa è arretrato rispetto al filo del muro, come a lasciare le cellette e le pareti sospese.